22 luglio 2008

Stanco di aver sofferto e, più, di avere amato, dopo avermi
stregato con le sue lontananze, serra il suo cerchio eguale
la vita intorno a me. Che l’orizzonte è chiuso, il mio sogno
lo avverte e mesto si ripiega in se stesso e stupisce.
Ascoltando il patetico autunno chissà non soffochi
un singhiozzo o non trattenga un canto austero come l’ora
e, come questa, incerto. Non lo sapeva, il cuore;
ma era ad una svolta.
Marcel Proust, Poesie, Torino, 1983.
*

19 luglio 2008

Lessico

Ti accade una volta di coltivare
qualcosa per loro
un fiore invernale con rughe e ciabatte
in un vaso in terrazzo
in città
e una adolescenza dopo li saluti
mentre salgono a bordo della loro settimana
lavorativa
in montagna.

“Amore scendi vieni subito
ti presento la Befana”.
*
Ho letto “L’eleganza del riccio”.
Mi è piaciuto molto.
Ho riso e pianto.
Mi sono proprio divertita, come si dice lì.
Se avessi saputo che parlava di gatti,
lo avrei letto prima.
*

17 luglio 2008

Ognuno sa cosa è meglio per sé.
qui viviamo senza più meravigliarci
anche se a volte un verde turchese
raddoppia il battito del cuore.
Lasciamo in pace non disturbiamo
il suicida: una terra di acquitrini e animali
trattiene ogni ombra
levità delle foglie già piagate e marcite.
Nessun grano di polvere va perduto.
Cosimo Ortesta, La passione della biografia, Roma, 2006.
*

14 luglio 2008

Istruzioni

Superlativo di adesso è mai più.
Di acceso, arso vivo.
Più che vicino significa dentro, oppure
denso, fiato o fede.
Al culmine dell'allegria, il disinnesco.
Superlativo di inoltre è un bel nulla,
ovvia ripetizione e viceversa.
Se guardi le parole in controluce,
qualcuna è vera.
Ennio Cavalli, Libro di sillabe, Roma, 2006.
*

11 luglio 2008

Una volta al giorno la solitudine è così grande
che uno non può farci proprio niente.
E una volta lo è la felicità.
Così ogni tanto bisogna mettere a posto le proprie cose.

SØren Ulrik Thomsen, Vivo, Roma, 2004.
*
La Signora Nonna di Jurjo T. si è ibernata.
È rimasta così da un momento all’altro.
Un processo di congelamento spontaneo.
Si era recata in Alaska per seguire un master di sleddog coach.
A causa dello shock emotivo subìto la Sig.ra Yappari-Ne si è lasciata
andare ad alcune confidenze con un impresario del posto nel corso
delle quali hanno scoperto affinità insospettate e per l’avviso
hanno deciso di riunirle.
Jurjo T. ha cambiato casa.
Il mio robusto gatto sta bene ed è in gran forma arriverà primo
- me lo sento - all’annuale torneo di sterminazione falene.
*
Preso quindi atto del frammentismo del mio essere corpo,
mi sono arresa al conto dell’intervenire lesto
ed ho acquistato un complemento arredo con treppiede
e rotelle che può essere inserito ben sotto il divano.
Le rotelline realizzate nel ricercato materiale
frutto di acuto progettista non rigano i pavimenti.

Io vivo in una reggia.
*
Ho letto che ci sarebbero sperimentazioni accreditate sul digiuno
in talune fasi della vita.
Avevo avuto intuitivo moto e il modo s’era rivelato esatto.
Nell’articolo citato viene spiegato bene.
Mi auguro che l’informazione sia “autentica”, si leggono cose interessanti
e cose meno vere,
in internet.
Talora.
*
Lavarsi i piedi con frequenza, aiuta a prevenire quelle fastidiose screpolature
evidenziate nelle pubblicità televisive.
Lo dovevo proprio dire.
*

Periodico di legge

A tarda ora, senza buio
una biglia fu l’occasione
che sollevò il suolo
numeri fermi tra un archivio
e il gas della sera:
qualcosa urta qualcosa
per una carità che nell’odiare avviene
strana desinenza dell’infinito
quando tutto è un faro
e un faro è soltanto questa idea
nel grande convento di ali conservate
nel grande congedo di ali conscie
noi cancelliamo dolcemente la campana.
Grazie per l’indice
che puntò oltre il suo genio.
Milo De Angelis, Distante un padre, Milano, 1989.
*

7 luglio 2008

A me mi pare

A me mi pare che il paese fosse
quasi il meglio del mondo
e così il clima:
penso alle case ai muri all’improvviso
umidore del verde,
penso a quei posti calmi alla tranquilla
vita dei camerieri.
E poi, le cose amate: quasi tutte
a portata di mano.
Non bastava, però: questo si vede
con estrema chiarezza,
e a me mi pare
proprio un peccato singolare: sono
qui seduto sereno al bar del lago
e sento dire che non sei felice.
Ma nessuno lo è. Anche il giornale
a me mi pare fra le righe dire
inutili le guerre, oltre che amare:
ma inutile – ed è peggio – la speranza
che un paese diverso
le scongiuri.
Grytzko Mascioni, Poesia 1952-1982, Milano, 1984.
*

6 luglio 2008

Domeniche

Campi come il mare, l’odore rauco delle erbe,
un vento di campane sui fiori dopo l’acquazzone,
voci terse di fanciulli nel parco azzurro di pioggia,

un sole svogliato dischiuso ai tristi, tutto questo
naviga sul languore del pomeriggio..
L’ora canta. E’ tiepido. Chi mi ama è qui..

Sento parole infantili, tranquille come il giorno.
La tavola è apparecchiata semplice e gaia, con cose
pure come un silenzio di ceri attenti…

Il cielo largisce la sua febbre ahimè come una grazia...
Una gran luce di villaggio incanta le finestre...
Persone che reggono lampade, è festa e fiori...

Lontano un organetto rigira il suo singhiozzo di miele...
Oh vorrei dirti...
Léon-Paul Fargue, Poesie 1886-1933, Torino, 1981.
*

5 luglio 2008

Nevermore...

Nevermore!... e poi, uffa!
Ci sono influssi astrali intorno a me.
Sono immobile in una camera d’albergo
Piena di luce elettrica immobile...
Avrei voglia di vagare, nell’alba gialla, in un parco
Vasto e brumoso, colmo di bianchi lillà.
Ho paura d’avere orribili incubi;
E mi sembra d’aver freddo tanto è il chiarore.
O forse ho fame di cose sconosciute.

Ah! datemi il vento della sera sulle praterie,
E l’odore del fieno tagliato di fresco, come in Baviera
Una sera dopo la pioggia, sul lago di Starnberg,
Oppure ciò che provavo un anno fa,
Guardando dalla passarella del mio yacht
Aprirsi la baia verde e rosa di Gravosa.
Valery Larbaud, Le poesie di A. O. Barnabooth, Torino, 1982.
*

4 luglio 2008

A dorso d’asino

Gli altri montano su cavalli pasciuti,
E io solo mi siedo sul dorso d’un asino.
Ma se mi volto vedo i portatori –
E il mio cuore ritrova la serenità.
Liriche cinesi (1753 a.C. – 1278 d.C.), Torino, 1963.
A cura di Giorgia Valensin.
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3 luglio 2008

Stranamente è tutto a posto.
La caldaia funzionante,
il mio cucciolo obbediente;
fuori il prato bene rasato,
dentro un briciolo di sole
per la cera che risplende.

Forse è poco, non lo nego.
Ma quest’ordine inatteso
riesce a rendermi felice:
quando il mondo appare
a posto, anche in me tacciono
l’ansia e la furia distruttrice.
Franco Marcoaldi, L’Isola celeste, Torino, 2000.
*

2 luglio 2008

Paesaggi

Dentro il bosco serio
s’esalta il vento. Le
bestiole azzurre

si sono rintanate.
Tutto è di un azzurro
da non credere.

Il mare inclina come si rimane
sui gomiti appoggiati
dopo il pianto.

Si accetti il mio obolo tremante
senza vergogna. Non essere invidioso
ch’io sia dolce, passante.

È ora d’andarcene a bere
curvi sui banchi ammaccati.
Per la siesta

saranno i paesi addormentati.
quasi intimo, silenziosamente
il vento s’è assopito,
il cane fedele ugualmente.

Léon-Paul Fargue, Poesie 1886-1933, Torino, 1981.
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1 luglio 2008

a ogni buon conto non
chiude mai le sue porte
apre o socchiude le finestre squadra
un filo troppo a lungo
le configurazioni casuali
che gli si sciolgono davanti agli occhi
e gli servono solo per tenere
in forma un certo modo di vedere.
Dario Villa, Tutte le poesie, Milano, 2001.
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Le tre scimmie sacre

Famoso nel mondo e riprodotto
con vario materiale il gruppo
di tre piccole scimmie
del gran tempio indù di Benares.

Il primo animale
serra con le manine
in un gesto timoroso la bocca, il secondo gli occhi,
il terzo si tura le orecchie.

Alle sanguinose guerre dei khan e agli
accaniti combattimenti dei popoli delle montagne
contro gli stranieri
in continua avanzata sopravvissero
le grigie figurine;
come anche
alle acque dell’Inducush e dell’Indo
che selvaggiamente mulinavano sulla regione,
sopravvissero, a incendi di giungle e floridi
alberi giganti, bonifiche e terrapieni ferroviari.

Chi non ode tutto ciò che accade
non vede tutto ciò che di fronte a lui si fa
e non dice tutto quello che sa: costui solo
diventa vecchissimo.

Certo questo comportamento ha
un presupposto indispensabile: essere
di pietra fino in fondo al cuore.
Günter Kunert, Ricordo di un pianeta, Torino, 1970.
*