30 marzo 2008

I poeti

Non meravigliatevi. I poeti sono tutti
un solo indivisibile, indistruttibile popolo.
Parlano e sono muti. Trascorrono ère
e cantano ancora in un’antica lingua morta.

Nascono e spariscono civiltà,
ma sempre vanno lungo la strada del cuore.
Parlano di partenze, di ritorni.
Sono uguali per quel che non dicono.

Tacciono come rugiada, semenza, desiderio,
come acque scorrenti sull’argilla,
poi con il canto sottile dell’usignolo
nel bosco divengono agile sorgente sonora.
(Lucian Blaga)
Elio Pecora, Simmetrie, Milano, 2007.
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Il gingko ed il loto han gittato di nuovo, così il pioppo e persino l’ontano.
Le gonfie gemmette ed il verde smeraldo promettono fronde abbondanti.
È piovuto abbastanza negli ultimi giorni e non è quindi anomalo il
comparire dei tanti petali bianchi.
Seminata la senape negli angoli bui, ci si dedica a pulire il terreno.
Tutto va bene, si procede nei soliti modi e le maniere sono anch’esse le stesse.
Poco si sa di quel che succede.
Fa caldo, arriva la bella stagione.
Attendo speranze.
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Sulle mura d’adolescenza

Segni questa stagione
di vento e acque,
tu violacciocca,
fiore dei dirupi,
dalle muraglie ripide
e contorte

fiore della breve stagione
di passaggio,
luminosa come l’adolescenza
col gomito sulle mura
e il vento in faccia,
t’assediano le nubi
ma poi rischiara,
sul bel volto risplendi
che t’è accanto,
in quella primavera remota
della vita

Umberto Piersanti, L’albero delle nebbie, Torino, 2008.
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19 marzo 2008

Lo-Yang

È bella, è bella, la città di Lo-yang;
Le strade larghe son piene di luce primaverile.
I ragazzi escono con l’arpa in mano sui carri,
Le sfogliatrici escono coi loro cesti nei campi.
Fruste dorate ai fianchi dei cavalli sfavillano,
Maniche di velo sfiorano i verdi rami.
Cocchi in corsa ritornano verso casa;
E le fanciulle cogli alti cesti di frutta.
Ch’ien Wen-Ti dei Liang (500 d. C.), Liriche cinesi (1753 a. C. – 1278 d. C.), Torino, 1953.
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13 marzo 2008

Pomeridiano

Le galline piluccavano ancora per la strada. La vecchia moglie del capitano
Sedeva sulla soglia reggendo il nipotino sulle ginocchia aperte.
Un ragazzo trasportava un paniere. Le case
Caotiche di fronte al tramonto, coi loro vecchi bauli,
i letti di ferro, i tavoli, i quadri. Un grammofono
suonava rauco in una stanza chiusa. Le lenzuola
avvolgevano in ampi quadrati la propria storia. Non si sentiva il mare.
Una grande mano invisibile sollevava le sedie
Due palmi da terra. Come fanno gli uomini a vivere senza la poesia?

Ghiannis Ritsos, Il funambolo e la luna, Milano, 1987.

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Sistemo armadi e osservo stagioni.
Nel flusso di ogni corrente
molte cose sulle quali tacere.
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