5 novembre 2007

La compassione

"La povera Kisa Gotami andò ora di casa in casa, e la gente aveva compassione di lei e diceva: “Ecco dei semi di senape; prendili!”. Ma quando ella chiedeva: “E’ morto nella vostra famiglia un figlio o una figlia, un padre o una madre?”, essi le rispondevano: “Ahimè! I vivi sono pochi, ma i morti sono molti. Non ricordarci il nostro più profondo dolore”. E non v’era casa dove non fossero morte delle persone care. Kisa Gotami divenne stanca e desolata, sedette sul ciglio della strada, guardando le luci della città, che si accendevano tremolanti e si spegnevano di nuovo. Infine l’oscurità della notte regnò in ogni luogo. Ed ella considerò il destino degli uomini, e le loro vite che si accendono tremule e poi si spengono. E pensò tra sé: “Come sono egoista nel mio dolore! La morte è comune a tutti; pure, in questa valle di desolazione, c’è un sentiero che conduce all’immortalità colui che ha abbandonato ogni egoismo”.
Scacciando via l’egoismo dal suo affetto per il proprio bambino, Kisa Gotami fece seppellire il cadavere nella foresta.


Pensieri e massime del Buddha, a cura di Gabriele Mandel, Mondadori, 1967.
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