11 dicembre 2007

“La primavera, scrive, l’ho incontrata sulla cima di un ciliegio a grappoli, proprio sulla cima dell’albero, vicino a Char’kov. Tra due paia di occhi si allungava la tenda dei fiori. Ogni movimento dei rami mi copriva dei fiori. Più tardi una notte ho osservato il cielo stellato dall’altezza del tetto di un treno passeggeri dopo aver pensato un po’ mi sono addormentato senza pensieri, avvolto nel grigio mantello dei fanti di Saratov.

Quella volta noi, abitanti del ponte superiore, fummo avvolti dal nero ciliegio a grappoli del fumo della locomotiva, e quando il treno per un qualche motivo si fermò in un campo vuoto ci buttammo tutti a fiume a lavarci, e come asciugamani godemmo delle foglie degli alberi dell’Ucraina.

Nu, kakoj teper Petrograd! Ma che Pietrogrado, adesso!
Teper’-Vetrograd! Adesso, Ventogrado, scherzavan sul treno, quando d’autunno tornammo dalla Neva.”
Paolo Nori, Pancetta, Feltrinelli, 2004.
Mi è piaciuto enormemente.
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