3 gennaio 2008

Si è voluto fare di Sisifo un eroe esistenzialista, un outsider e ribelle di tragicità sovrannaturale, avvolto da un satanico fulgore. Forse è tutto errato. Forse Sisifo è qualcosa di molto più importante, ossia un personaggio della vita quotidiana. I Greci interpretarono il suo nome come il comparativo di sophos, intelligente; Omero lo definisce addirittura il più intelligente di tutti gli uomini. Non era un filosofo, ma una mente astuta. Si narra che riuscì a incatenare la morte e che più nessuno morì sulla terra finchè Ares, il dio della guerra, liberò la morte e le consegnò Sisifo stesso. Ma questi raggirò la morte per la seconda volta e riuscì a tornare sulla terra. Dicono che sia diventato molto vecchio.
Più tardi, come punizione per la sua avvedutezza, fu condannato a far rotolare un pesante macigno fino alla sommità di un monte, in eterno. Questo macigno è la pace.
Hans Magnus Enzensberger, Prospettive sulla guerra civile, 1994.
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