Alla celebre vulgata che ritiene
l’animale – sempre e comunque –
un essere inferiore, sarebbe
sufficiente rammentare quanto
scrive Montaigne riguardo
ai cambiamenti di colore.
Il polpo lo decide lui che cosa
fare, variando la sua veste
occultarsi ad un nemico
oppure avanzare in campo aperto
ed attaccare. Tutto il contrario
di quanto accade in occasione
di ogni nostro, eventuale
mutamento; sempre subìto –
via via causato da vergogna
sofferenza collera spavento.
L’itterizia, mica la nostra volontà,
ci fa ingiallire.
Franco Marcoaldi, L’isola celeste, Einaudi, 2000
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