14 ottobre 2007

Il narcisismo

Lo specchiarsi tanto da vicino mi deforma la visuale.
Non comprendo.
Ho tante buone qualità, me le riconosco, ma proprio non sono scaltra e se qualcuno mi batte ripetutamente sulla spalla e mi dice di essere Milarepa mandato da E.T dall’ultima puntata di E.R. perché la pianta nel vaso (che ognuno sa essere Illusione), è cresciuta troppo,
io
mi chiedo:
ma questo signore, che dice?
Forse ha bisogno di qualcosa.
Ma di cosa?
*
Io ragiono in maniera semplice.
Nel marasma dei miei ricci cervellotici, un filo dritto come muro o piombo
lo cerco e quindi, sempre lo rinvengo.
*
Aprire un blog per:
Fare letteratura
Ma allora mi dico, ci sarà una ricerca del linguaggio, uno stile.
E ne ritrovo molti e alcuni davvero interessanti.
Ne posso trarre ispirazione o insegnamento.
Educo - traggo fuori.
Credo che l’Essere sia agente e percipiente.
Maestro e discepolo, due ma non due.
Oggetto e soggetto, due ma non due.
Si applica a tutto.
È meglio del parmigiano.
*
Filosofia, grande amore di religere, esperienza spicciola,
minutaglia, una grande muraglia.
Sbatto, cozzo, m’imbatto sempre in

Leggo per imparare.
Imparare non è mero arricchimento di conoscenza.
Credo, sia avanzamento.
*
Ho navigato bendata per secoli,
non sapevo che in Rete,
fosse intessuta tanta poesia
*
Mi disturba, raffredda, sconforta
Il doveroso impecettamento da imporsi in fronte
perché io, traduco in fretta e “nav bar” è una nave col servizio bar a bordo.
Il resto e le spore, a me, non m’entrano in testa.
Si diceva dei margini.
Io ho questi.
Sono limiti, li vedo.
Tento di superarli ma sempre capitombolo appresso a una distrazione.
Alcune cose non mi si fissano.
Nutrire sfiducia.
Non desidero coltivare questo.
*
Mi agghiaccia, spaventa e tale perdura

Socialmente
non posso non sorprendermi nello scoprirmi aberrante
nello sproloquiare in pubblico, di fatti che pur appartenendomi, di diritto,
coinvolgono esistenze aliene
al mio potere gestionale.
*
Aprire un blog per:
mantenere un dialogo costante con se stesso attraverso l’uso della scrittura come comunicazione immediata di propositi. Indossare l’abito dell’impegno pubblico.

Politico, etico.
Le aggettivazioni, tutte.
Che stranezza.
Sirene, esche, deviazioni e boe.
È complicato questo reticolato.

Ho “aperto” un blog.
Non sapevo cosa volesse dire “aprire” un blog.
Ora so che vuol dire che ogni tanto viene Uno e ti dice: “Io”.
Non mi ero mai accorta
Io,
prima di aprire un blog
di pronunciare così ripetutamente il termine “Io”.
Sono certa di ciò che affermo: la fatica che impiego nello stimare me stessa
è pari a quella che assumo nello sforzo di rispettare gli altri.
Il dinamismo.
Quello che proclamo oggi.
*
Mi spiegava un’amica che il termine “pazienza”, nella antica lingua cinese,
descrive un Uomo che stringe i pugni e piange.
Penso che il termine “Ji-hi” (benevolenti nella tristezza)
che traduciamo in fretta con “compassione”,
lo comprenda.
*
Ora, per favore, se intendete aderire a questa campagna,
meditiamo insieme sul come si possa informare i più che “molto migliore” è cacofonico.
*

2 commenti:

Anonimo ha detto...

signora, sono senza parole, e anche senza lacrime.

diogene

EL ha detto...

Illustre Signor Diogene, nemmeno io so cosa dire a parte, ovvio, che le lacrime idratano la cute. Ho dimenticato qualcosa? Mi aiuti, La prego.