5 luglio 2008

Nevermore...

Nevermore!... e poi, uffa!
Ci sono influssi astrali intorno a me.
Sono immobile in una camera d’albergo
Piena di luce elettrica immobile...
Avrei voglia di vagare, nell’alba gialla, in un parco
Vasto e brumoso, colmo di bianchi lillà.
Ho paura d’avere orribili incubi;
E mi sembra d’aver freddo tanto è il chiarore.
O forse ho fame di cose sconosciute.

Ah! datemi il vento della sera sulle praterie,
E l’odore del fieno tagliato di fresco, come in Baviera
Una sera dopo la pioggia, sul lago di Starnberg,
Oppure ciò che provavo un anno fa,
Guardando dalla passarella del mio yacht
Aprirsi la baia verde e rosa di Gravosa.
Valery Larbaud, Le poesie di A. O. Barnabooth, Torino, 1982.
*

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