21 ottobre 2007

Gattaccio randagio

E tutte le direzioni
ad un’unica meta dirigono:
il tuo volto sfatto.
A questo ogni giorno si accanisce
con le piccole gioie e i dolori del nulla.

Tu stesso nel gioco
accetti ogni tappa della strada degradante
come un dono tuo proprio,
il senso del tuo essere qui.

Io non riesco più a fingere allegria,
a nascondere le mutilazioni d’aver capito:
frugo in ogni direzione, anticipo le mete
per trattenerti.
Ma tu come un traditore mi scacci, perché
Legge è non accorgersi di nulla.

Per te la festa, indisturbata, continua:
nell’orribile doppiezza delle cose
vincitori e vinti si confondono,
i carnefici mostrano da vicino
un sorriso familiare e innocente
e il massacro in immagini di gioia si presenta.

Stefano Moretti, Gattaccio randagio, Einaudi, 1980.
*

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