23 ottobre 2007

Il limone lunare

Chi si spaventa quando sente dire
“rivoluzione”
Forse non ha capito.

Non è rivoluzione
Tirare un sasso in testa ad uno sbirro,
non è sputare addosso a un poveraccio
che ha messo una divisa non sapendo
come mangiare;
non vuol dire dar fuoco al municipio
o alle carte al catasto, per andare
stupidamente in galera
rinforzando il nemico di pretesti.

Quando ci si agita
Per giungere al potere e non si arriva
Non è rivoluzione, si è mancata;
se si giunge al potere e la sostanza
dei rapporti rimane come prima,
rivoluzione tradita.

Rivoluzione
È distinguere il buono
Già vivente, sapendolo godere
Sani, senza rimorsi,
amore, riconoscersi con gioia.

Rivoluzione è curare il curabile
Profondamente e presto,
è rendere ciascuno responsabile
coscientemente ed effettivamente –
non credendo che solo la violenza
possa cambiare.

Rivoluzione
È incontrarsi con sapiente pazienza,
assumere rapporti essenziali
tra terra, cielo e uomini:
gli atomi umani dispersi divengano
nuovi organismi e sappiano
togliere il marcio, cambiare i tessuti
insani che impediscono la vita
eliminando ogni cancro, ogni mafia –

e non andare a chiedere ai mafiosi
i soldi per distruggergli il sistema,
o chiedergli il permesso.

Danilo Dolci, IL LIMONE LUNARE Poema per la radio dei poveri cristi, Laterza, 1970.
*
A Roma, al Teatro Valle, si rappresenta "E' vietato digiunare in spiaggia".
Ritratto di Danilo Dolci, il testo è di Renato Sarti e Franco Però che ne cura la regia.
Se avessi una scolaresca, ce la porterei.
*

Nessun commento: