11 novembre 2007

So dare ferite perfette

Una confraternita cercavo
per tutti quei roghi che spiccano
dentro me dolorosi
e tutte le tarantole che mi riempiono
il petto.

Una confraternita di ballerini savi
che stando io così come
tutta randellata in ogni mia
parte, stando io secca e sassosa
nel mio dormitorio pauroso

stando poco adattata
e non frequentando
saloni in similoro ma piuttosto
furgoncini mogi mogi e poco funzionanti

ecco sì, una confraternita
con un forte ago per le
cuciture di questa mia schiena
squadernata che mi esce l’anima oggi
lasciando me zampettare senza
un valido scontrino d’amore

che quando sto senza
erbacce nel cuore sto come premiata
tutta contenta e senza cornate nel petto
o bidonate del solito pilato che
torna con mani lavate, quando
la mia testa poggia
diretta nel cielo fissa alla polare splendente
e non come ora che un mago guastatore
ha fatto brioches di quel mio fiume d’oro.

E come ridevo, ve lo ricordate come ridevo?
Prima ero una forte cosacca, una ballerina vera
e non me lo spiego il passato remoto
Del bene e del bello.

Una confraternita buona, senza bagarinaggio
e dure bastonate, con focacce e
matite colorate
e una parola per sempre
convalidata e sicura

che ogni mezzacartuccia di questo
mondo faccia la definitiva trasferta
e un gran paradiso io voglio nel cuore
e fuori del cuore.

Mariangela Gualtieri, Senza polvere senza peso, Einaudi, 2006.
*

Nessun commento: