30 giugno 2008

Paura

Non di neviere deserte su ondosi
altipiani di scisti e di calcari
né di trarupi e vette
verso lo zenit agili d’eterno
ardimento, ho paura;
ma delle oscure convalli
e dell’orrendo splendore dei boschi
tra le fiancate ruinose. Brulica
ivi d’insetti e di gridanti uccelli
una continua appassionata vita,
gemono al vento i larici, gli sterpi
s’intricano nei massi, acque inquiete
docciano assiduo pullulio tra i muschi,
e mentre uggito da foschi riverberi
lo sguardo lungo e disperato cerca
invisibili valichi,
religione ivi conturba l’uomo.
Tino Richelmy, L’arrotino appassionato, Torino, 1965.
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